Dibattito

Un’inchiesta giornalistica pubblicata in un quotidiano deve essere ripensata per una pubblicazione sul web

Per rimarcare la specificità dell’informazione online rispetto a quella cartacea, è utile analizzare questo articolo pubblicato dal quotidiano La Stampa a firma di Anna Masera.

L’intervento del social media editor del quotidiano torinese è un relazione ad una critica subita da alcuni lettori circa un articolo d’inchiesta pubblicato inizialmente nell’edizione cartacea e poi online.

“L’articolo, un viaggio nei minimarket gestiti da stranieri dopo l’annuncio del ministro dell’interno Matteo Salvini di chiusura entro le 21 dei cosiddetti negozi «etnici», chiamava in causa i cittadini del Bangladesh” – scrive Anna Masera.

«Non sono certo gli unici a gestire questo genere di locali» ci scrive il lettore. «La somma di passaggi problematici dà forma a un articolo che sembra avere l’unico scopo di eccitare facile indignazione tra la cittadinanza e criminalizzare, anche se di crimini non si parla, un’intera categoria di commercianti e un’intera etnia, in particolare i cittadini del Bangladesh su tutti».

Ne abbiamo parlato con il capo cronista, Luca Ferrua, che ha preso atto di un problema in effetti poco approfondito nei giornali dell’era del giornalismo condiviso online: la perdita del contesto, e quindi dell’intento, di un’inchiesta giornalistica composta da più articoli concepiti per una pagina di carta, una volta che finiscono su Internet.

«Quell’articolo faceva parte di un lavoro collettivo composto da più articoli scritti da diversi cronisti, ed era solo un tassello di una seconda puntata di un’inchiesta partita già il giorno prima con altrettanti articoli in cui in realtà si dava voce ai protagonisti del commercio cosiddetto etnico» spiega Ferrua. «In effetti dobbiamo porci il problema di come dare il senso complessivo di questo lavoro quando viene ribaltato online e condiviso sui social media. Il rischio è che se ne vedano solo singoli pezzi, su cui veniamo giudicati senza una visione di insieme».

Anche il capo del sito Internet de La Stampa, Marco Sodano, è d’accordo che serva attenzione nel riproporre questo genere di inchieste anche online: magari aggiungendo i link a tutti gli altri pezzi dell’inchiesta in modo che siano ben visibili.

Oppure valutando di non riproporre su Internet gli articoli del giornale di carta e di scegliere un taglio diverso per rappresentare quelle notizie

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