Cultura

Roma, la mostra Il giro del mondo in 80 tombini

Una mostra suggestiva ed unica, il viaggio intorno al mondo di Mario Panizza,  inaugurata al Foyer del Goethe-Institut di Roma in cui l’artista rappresenta i vari paesi visitati attraverso i loro tombini.  Dal 23 ottobre al 19 dicembre 2015.

Il giro del mondo in 80 tombiniQuesta mostra racconta il viaggio intorno al mondo di Mario Panizza compiuto dal 2007 al 2015. L’artista illustra i diversi Paesi visitati attraverso i loro tombini; spesso veri e propri dipinti su ghisa, opere di maestri pittori o anche incisioni cariche di significati e di allegorie e geometrie astratte, Panizza li solleva dal terreno per esibirli sotto forma di “quadri incorniciati”. Nascono così gli 80 acrilici su tela raffiguranti altrettanti tombini da tutto il mondo.  Dai sorprendenti e colorati tombini artistici del Giappone passando per la Norvegia, dove la gamma di temi è così vasta da poter essere scomposta in filoni, attraverso la Svizzera, il Messico, il Brasile, la Germania e molti altri Paesi, Panizza cattura le peculiarità di ciascun tombino.

tombini1 Berlino, 2008.

Molto particolare è il tombino che si incontra nel centro di Berlino, diventato molto rapidamente l’emblema della città a seguito della riunificazione dopo il 1989. Corrispondente allo schema della corona dentata e del giro di fori per lo scolo dell’acqua, propone nel piatto centrale una carrellata dei più rappresentativi monumenti della città. Il suo successo è sicuramente legato alla scelta, simbolicamente efficace, di riunire in un divertente girotondo opere che precedentemente erano separate dal muro e, inevitabilmente, si trovavano in zone periferiche. La curiosità aggiuntiva per gli architetti è data dalla selezione degli edifici esposti, quasi tutti interessati da interventi contemporanei di trasformazione, e tutti opera di grandi star internazionali.

tombini1Magdeburgo, 2011.

Magdeburgo propone un tombino dall’impianto strutturale consueto, con una corona circolare dentata e, al centro, lo stemma cittadino. Quest’ultimo, araldicamente imperfetto data la sproporzione tra la figura femminile e il castello, riassume, come in un rebus, il nome della città: Mägdalein – la vergine – e Burg – il castello. Lo stemma, che ha subito negli anni alcuni cambiamenti, nella versione attuale si presenta colorato di verde e rosso e con la vergine che solleva una ghirlanda di fiori in segno di purezza.

Mario Panizza
Rettore dell’Università degli Studi Roma Tre, Professore ordinario di Composizione Architettonica e Urbana, ha già pubblicato nel 2008 un catalogo di dipinti su tela.
Tra le pubblicazioni principali: Scuole materne, elementari e secondarie, Utet, Torino 1989; Mister Grattacielo, Laterza, Roma Bari 1987, seconda edizione 1990; Figure. Cinque novelle di architettura contemporanea, Edizioni Associate, Roma 1989; Gli edifici per lo spettacolo, Laterza, Roma Bari 1996; Architettura e città incompiute, Philos, Roma 2001; Edifici per la musica, tascabile, edizione Mancosu, Roma 2012; Manuale di progettazione Edifici per la musica, edizione Mancosu, Roma 2015.

Mostra
Vernissage: Venerdì, 23 ottobre, ore 19
23 ottobre – 19 dicembre 2015
Foyer del Goethe-Institut Rom
Via Savoia, 15 – 00198 Roma
Ingresso libero

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