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Franco Giustolisi e Pier Vittorio Buffa presentano “La Strage di Caiazzo”Mursia, Palazzo delle Esposizioni di Roma

strage_caiazzo_interno18Dopo il convegno  dedicato al tema “ 70 anni dalle stragi nazifasciste” organizzato dal presidente del Senato Piero Grasso nella sala Koch di Palazzo Madama, il 24 aprile scorso, si torna a dibattere sul tema dell’occultamento dei  fascicoli processuali. Il dibattito in occasione della presentazione del libro “ La strage di Caiazzo.13 ottobre 1943. Caccia ai criminali nazisti nel racconto del pubblico ministero, edito da Mursia  scritto dal procuratore della Repubblica di Isernia, Paolo Albano e da Antimo Della Valle, che si terrà a Roma venerdì 16 maggio presso la libreria Arion del Palazzo delle Esposizioni,  alle ore 18.00.

A presentare il volume e dibattere sul tema ci saranno gli stessi relatori  del convegno organizzato al Senato,  Franco Giustolisi, autore dell’Armadio della vergogna e Pier Vittorio Buffa, autore di Io ho visto,(Nutrimenti) oltre a personalità della politica e del giornalismo.

Anche il fascicolo della strage di Caiazzo fu occultato nel famoso armadio della vergogna che impedì di processare i responsabile dell’eccidio di 22 civili inermi. A distanza di quasi cinquant’anni dai tragici fatti un magistrato della procura di Santa Maria Capua Vetere, Paolo Albano, riuscì ad inchiodare il boia di Caiazzo. In un momento in cui la memoria delle stragi naziste in Italia era completamente scomparsa, il magistrato riuscì a far celebrare il processo dinanzi alla Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere, che condannò i responsabili all’ergastolo, in contumacia. Resta l’unica sentenza di un tribunale ordinario e non militare contro criminali nazisti.  Come ha ricordato il presidente Piero Grasso nel convegno a Palazzo Madama “per saldare, almeno in parte, il nostro debito con le vittime e con i loro familiari è necessario proseguire, con tenacia e determinazione, su questa strada, inchiodare i responsabili alle proprie colpe, siano essi tedeschi o italiani, perché i crimini contro l’umanità non possono essere né prescritti, né archiviati. Né, tantomeno, dimenticati. Devono essere perseguiti, non per vendetta, ma per spirito di giustizia, anche decenni dopo che sono stati commessi.
I processi servono infatti, oltre che a sanzionare le responsabilità sia penali che civili, anche a definire meglio la verità storica, a cristallizzarla, attraverso la verità giudiziaria, in documenti e atti che restano a disposizione delle generazioni future.”

Evento:

Venerdì 16 maggio, libreria Arion Palazzo delle Esposizioni di Roma, ore 18.00

Interverranno. Franco Giustolisi, Pier Vittorio Buffa, gli autori Paolo Albano e Antimo Della Valle, modererà l’incontro, Pino Pelloni.

Il Libro

La sera del 13 ottobre 1943 sulle colline di Monte Carmignano presso Caiazzo, in Campania, alcuni soldati della Wehrmacht, comandati dal sottotenente Wolfgang Lehnigk Emden, trucidarono, senza traccia di provocazione, ventidue civili italiani, nella quasi totalità donne e bambini. Quella strage scomparve dalla memoria collettiva per quasi mezzo secolo, così come le altre centinaia di eccidi consumati dalla furia nazista nei confronti della popolazione civile italiana.  Nel 1988, a seguito di incredibili e fortuite circostanze, la Procura di Santa Maria Capua Vetere riportò alla luce quella lontana strage ed aprì un procedimento penale per scoprirne movente ed autori, conclusosi nel 1994 con la condanna di due di essi all’ergastolo.Dopo quasi vent’anni da quella sentenza il magistrato Paolo Albano, pubblico ministero e diretto protagonista nelle indagini e nel processo, riapre i “cassetti della memoria” per rivivere l’arco di una vicenda storica e giudiziaria, che sembra scritta dalla fantasia di un romanziere.Un giornalista e saggista, Antimo della Valle, studioso di storia ed esperto della Seconda guerra mondiale, ha contribuito con la sua conoscenza degli eventi a stimolare e sollecitare, nella ricostruzione dei fatti, ricordi, emozioni e riflessioni del magistrato nel recupero della memoria dello spietato episodio di uno dei più tragici periodi della storia d’Italia.

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