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All’Assemblea Generale dell’Onu si scontrano Obama e Putin

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La 70/a Assemblea Generale dell’Onu prende l’avvio con uno scontro a distanza tra Putin e Obama e una durissima reprimenda del segretario generale dell’Onu che ha accusato il Consiglio di Sicurezza della Nazioni unite di aver spianato il terreno alla crisi politica siriana.

E Barack Obama e Vladimir Putin si sono stretti la mano al pranzo per i capi di Stato tradizionalmente offerto in apertura dell’Assemblea Generale Onu e hanno anche fatto il brindisi, secondo quanto riferisce il pool di giornalisti presenti. Obama ha concluso il brindisi dicendo: “Non possiamo mai abbandonare la ricerca della pace”.

 Il presidente Usa, Barack Obama, nel suo intervento ha ricordato che “dopo la seconda guerra mondiale le Nazioni Unite hanno lavorato con gli Usa per prevenire una terza guerra. Ma correnti pericolose rischiano di spingerci verso il buio. C’e’ stato progresso, ma il lavoro non è finito. Sono alla guida delle maggiori forze armate al mondo – ha ricordato il presidente Usa – e non esiterò mai a proteggere il mio paese e i nostri alleati”: “gli Stati Uniti non possono risolvere da soli” i problemi del mondo. “Ci sono delle potenze internazionali che agiscono in contraddizione con il diritto internazionali. C’è qualcuno che ci dice che dovremmo sostenere dei tiranni come Assad, perché l’alternativa è molto peggio. Nessuna nazione – ha detto poi – può isolarsi dal flusso di migranti o dai pericoli del riscaldamento climatico. Non possiamo stare ad osservare quando la sovranità di una nazione è violata. Questo è alla base delle sanzioni Usa imposte alla Russia. Ma non vogliamo ritornare alla guerra fredda. Non vogliamo isolare la Russia, vogliamo una Russia forte che collabori con noi per rafforzare il sistema internazionale. Non possiamo stare a guardare mentre la Russia viola la sovranità dell’Ucraina. Oggi è l’Ucraina domani potrebbe essere qualche altro Paese. L’accordo sul nucleare iraniano – dice Obama – eviterà una guerra. La diplomazia è difficile e qualche volta si traduce in risultati non soddisfacenti, ma va provata.

Il presidente russo, Vladimir Putin, è arrivato all’Onu poco dopo che il presidente Usa aveva concluso il suo intervento, ha detto di considerare i tentativi di indebolire la legittimità dell’Onu estremamente pericolosi. “E’ un errore – ha sostenuto – non cooperare con il governo siriano di Bashar Assad. Ed è irresponsabile – ha aggiunto, riferendosi alla politica di Obama in Siria –  manipolare gruppi estremisti: è pericoloso dare le armi ai ribelli e giocare con i terroristi. Per combattere l’Isis – ha detto – occorre una coalizione internazionale come quella che si creò contro Hitler durante la Seconda Guerra mondiale. L’Isis non e’ nato dal nulla. E’ stato finanziato e sostenuto. Non possiamo permettere a questi criminali che hanno le mani sporche di sangue di continuare a perpetrare il male. La delegazione ucraina ha lasciato in segno di protesta la sala dell’assemblea generale dell’Onu durante l’intervento di Vladimir Putin. Ieri tutti i membri della delegazione russa tranne uno erano usciti dalla sala durante il discorso del presidente ucraino Petro Poroshenko a un summit sullo sviluppo sostenibile.

“Quattro anni di paralisi diplomatica del Consiglio di Sicurezza – e‘ il duro attacco del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon – hanno fatto si’ che la crisi siriana sia diventata fuori controllo. Cinque Paesi in particolare hanno la chiave: Russia, Usa, Arabia Saudita, Iran e Turchia”. Il segretario generale ha poi sottolineato che “la responsabilità e’ innanzitutto in capo alle parti del conflitto in Siria, ma guardare solo all’interno del Paese mediorientale per trovare una soluzione non e’ sufficiente, la battaglia è guidata anche da poteri e rivalità regionali”. Ban ha aggiunto che “l’inviato speciale dell’Onu Staffan de Mistura sta facendo tutto quanto in suo potere per creare le basi di una soluzione pacifica, ma e’ arrivato il momento per altri, in primis per il Consiglio di Sicurezza e per gli attori regionali piu’ importanti, di fare un passo avanti. Nel 21esimo Secolo – ha detto ancora Ban – non possiamo costruire muri e steccati”. l segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha ribadito la situazione in Siria deve essere portata davanti alla Corte Penale Internazionale. “Siriani innocenti pagano il prezzo di altre bombe e atti terroristici – ha aggiunto – Il nostro impegno per la giustizia ci deve portare a deferire la situazione davanti alla Cpi”.

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