Medio Oriente, alta tensione a Gaza e Cisgiordania. Si aggrava il bilancio dei manifestanti palestinesi uccisi negli scontri 

E’ salito a 55 il numero dei manifestanti palestinesi uccisi negli scontri con l’esercito israeliano, con scontri fra manifestanti ed esercito israeliano a Gaza e in Cisgiordania, nel giorno in cui si è inaugurata l’ambasciata americana a Gerusalemme e si sono celebrati i 70 anni della nascita dello stato d’Israele.

 I feriti sono oltre 2.400, 27 quelli in gravi condizioni. Ci sono “anche sei minori” tra i palestinesi uccisi a Gaza. Lo afferma Amnesty International denunciando una “ripugnante violazione delle norme internazionali e dei diritti umani”. 

“A Gerusalemme non è stata aperta un’ambasciata ma un avamposto americano”. Lo ha detto, citato dalla Wafa, il presidente palestinese Abu Mazen che ha parlato di schiaffo da parte degli Usa ribadendo che “l’America non è più un mediatore in Medio Oriente”. Abu Mazen ha poi annunciato lo “sciopero generale dei Territori Palestinesi” e tre giorni di lutto per gli uccisi a Gaza.

“Continueremo ad agire fermamente per proteggere la nostra sovranità e i nostri cittadini”. Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyhau, sui fatti di Gaza. “Ogni paese deve proteggere i suoi confini – ha proseguito -. Hamas, organizzazione terroristica, sostiene che intende distruggere Israele e invia migliaia di persone a violare la barriera difensiva per realizzare questo obiettivo”.

Ieri si è svolta a Gerusalemme la cerimonia di apertura della nuova ambasciata Usa. Al suo arrivo il premier Benyamin Netanyahu è stata accolto dagli applausi. 

“La capitale di Israele è Gerusalemme. Israele, come ogni stato sovrano, ha il diritto di determinare la sua capitale”: lo ha detto Donald Trump nel video messaggio inviato per la cerimonia di apertura dell’ambasciata Usa a Gerusalemme.

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