Astronomia

Kapteyn-b, il pianeta che potrebbe essere abitabile

Scoperto un pianeta che potrebbe essere in grado di ospitare forme di vita, attorno ad una stella simile al Sole. La scoperta, pubblicata sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, è frutto del lavoro di un gruppo internazionale di ricerca guidato da astronomi della Queen Mary University di Londra ed è stata realizzata grazie a degli spettrometri situati in Cile e alle Hawaii.

A rendere tanto interessante il pianeta, chiamato Kapteyn-b, è il fatto che si trova alla distanza ideale dalla sua stella per avere acqua allo stato liquido: una caratteristica, questa, che lo includerebbe nella lista dei pianeti con possibili forme di vita.

Il pianeta prende il nome dalla stella osservata all’inizio dell’800 dall’astronomo olandese Jacobus Kepteyn, una nana rossa distante ‘solo’ 13 anni luce dalla Terra e osservabile con un semplice telescopio amatoriale. Si trova nella parte meridionale della costellazione del Pittore e secondo i ricercatori, in origine apparteneva ad una galassia nana assorbita poi dalla Via Lattea.

“Trovare un sistema planetario stabile con un pianeta potenzialmente abitabile attorno ad una stella molto vicina è strabiliante” ha detto Pamela Arriagada, uno degli autori della ricerca. “Questo – ha aggiunto – è un altro elemento che prova che quasi tutte le stelle hanno pianeti, e che quelli potenzialmente abitabili nella nostra galassia, sono così comuni come i granelli di sabbia su una spiaggia”.

Il pianeta Kepteyn-b ha una massa cinque volte maggiore rispetto alla Terra e compie un giro intorno alla sua stella ogni 48 giorni. Attorno alla stella ruota anche un secondo pianeta chiamato Kapteyn-c, molto più massiccio della Terra, il quale compie un’orbita ogni 121 giorni. Secondo i ricercatori, però, la sua distanza è eccessiva e potrebbe essere troppo freddo per avere acqua liquida in superficie.

Al momento però, dei pianeti definiti abitabili finora scoperti, solo alcuni hanno delle caratteristiche note. “Per capire con precisione se sono abitabili bisogna vedere anche se sono rocciosi”, ha spiegato Raffaele Gratton, dell’Osservatorio di Padova dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). “Questi pianeti – ha aggiunto – sono stati quasi tutti scoperti dalla sonda Kepler della Nasa, che ci ha trasmesso una valanga d’informazioni ancora da analizzare. Per avere delle prove concrete dovremo aspettare ancora qualche anno, quando sarà operativo il futuro telescopio spaziale James Webb, il cui lancio è previsto per il 2018”.

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