Itinerari Turistici

Gaeta, cosa vedere. Alla scoperta dei tesori del Golfo

Gaeta ha antiche origini e la sua  storia è molto intensa, fu luogo di villeggiatura degli antichi romani, prima, e, Repubblica Marinara e sede della monarchia borbonica, poi.
La trama urbana della Gaeta antica è tipicamente medioevale. Viuzze, un grande castello, camminamenti, campanili normanni, antiche mura formano il quartiere di Sant’Erasmo, ricco di edifici religiosi: il Duomo, Il Santuario  della Santissima Annunziata, le chiese di San Giovanni a mare, della Sorresca, di San Domenico, di Santa Lucia, di San Francesco, di Santa Caterina d’Alessandria, oltre al Santuario della Santissima Trinità sul Monte Orlando.

Sulla cima del Monte Orlando si erge il Mausoleo dedicato al generale Lucio Munazio Planco, fondatore di Lione e di Basilea.

La Montagna Spaccata

La Montagna spaccata di Gaeta è costituita da tre  fenditure della roccia. Segue una scalinata di 35 gradini, che conduce alla profonda, suggestiva fenditura centrale, che, secondo la tradizione cristiana, si sarebbe formata alla morte di Cristo.

Si percorre un corridoio scoperto con alle pareti le stazioni della Via Crucis in riquadri maiolicati.
Lungo la scalinata che conduce all’interno della montagna, lungo la stretta spaccatura di roccia, è possibile notare sulla parete di destra un distico latino con a fianco la cosiddetta Mano del Turco, la forma di una mano, cinque dita nella roccia, che, secondo la leggenda, si sarebbe formata nel momento in cui un marinaio turco miscredente si era appoggiato alla roccia che miracolosamente divenne morbida.

 

Il Santuario della Santissima Annunziata

La chiesa è a navata unica divisa in quattro campate coperte da volta a crociera. Il pavimento presenta gli stemmi della città.

Nella prima campata si trovano le due acquasantiere in marmi policromi, risalenti alla metà del XVII secolo, il grande stemma di Gaeta posto nella controfacciata, sotto il finestrone, il Crocifisso Gattola, posto in una nicchia della parete sinistra, i due confessionali ottocenteschi e due quadretti raffiguranti Sant’Apollonia forse opera giovanile di G. F. Criscuolo (a sinistra) e Santa Lucia attribuibile alla scuola di Sebastiano Conca.

Nella seconda campata si trovano i due altari laterali di Dionisio Lazzari contenenti le due grandi tele di Luca Giordano: a sinistra la Crocefissione, a destra l’Adorazione dei Pastori. Sopra i due altari ci sono i quadretti della Gloria di San Domenico con San Pietro Martire e San Francesco di Paola (a sinistra) e di Sant’Anna e San Gioacchino (a destra) sempre di Luca Giordano.

Nella terza campata ci sono a sinistra il portale laterale gotico ed il quadretto dell’Annunciazione, a destra la Cappella del S.S. Sacramento ed il quadretto della Visitazione.

La quarta campata accoglie, sia nella parete di destra che in quella di sinistra, le due cantorie di Dionisio Lazzari. Esse, in legno dipinto a finto marmo, in origine dovevano essere in pietra. Poi, per mancanza di fondi, furono eseguite in legno.

La cappella del S.S. Sacramento fu realizzata da Jacopo Lazzari. La piccola balaustra e l’altare decorano la stupenda cappella che ha la volta dipinta di Andrea Scapuzzi. Sopra l’altare ci sono il tabernacolo del Lazzari e la pala d’altare della Madonna col Bambino, opera di Giacinto Brandi. Ai lati dell’altare si trovavano due pale (Addolorata e Deposizione) dello Spagnoletto, trafugate durante la Seconda guerra mondiale.

Nell’abside si trovano i grandi stalli lignei del coro. Sulle due pareti laterali, sotto i finestroni rettangolari, sono ospitate due tele di Sebastiano Conca del 1720: la Presentazione di Gesù al Tempio e l’ Adorazione dei Magi. La parete di fondo è decorata dall’enorme polittico di Andrea Sabatini da Salerno (1521), al centro del quale si trova l’Annunciazione. L’opera è così composta: nella fascia inferiore sono raffigurati, da sinistra a destra: Natività, San Sebastiano, Volto Santo di Gesù, Sant’Agostino, Adorazione dei Magi; nella fascia centrale sono raffigurati, da sinistra a destra: Discesa dello Spirito Santo (Pentecoste, Annunciazione tra i Santi Giovanni Battista e Pietro, Ascensione; nella fascia superiore sono raffigurati, da sinistra a destra: Sant’Ambrogio, Transito ed Assunzione di Maria, San Girolamo; il coronamento è costituito dalla grata che chiude il coro delle Orfanelle, con al centro lo stemma di Gaeta sorretto da cherubini.

è opera di Andrea Lazzari. Si affaccia su una piazzetta che fa da collegamento tra via dell’Annunziata e il Lungomare Giovanni Caboto.

Essa è divisa in tre ordini da grandi cornicioni. Il primo ordine partendo dal basso accoglie il portale, il secondo il grande finestrone ed il terzo il campaniletto a vela con orologio maiolicato di Matteo de Vivo da Napoli.

Nel primo e secondo ordine, ai lati, si trovano rispettivamente due nicchie rettangolari che dovevano accogliere delle statue di santi, ma non furono mai realizzate.

Tempio di San Francesco

Il convento è stato fondato da S. Francesco nel 1222. La costruzione fu sostenuta dal Re Carlo II d’Angiò. Fu arricchita da opere d’arte tra il XVI e il XVIII sec., essendo per altro sede di cappelle e di sepolture delle famiglie nobili e dei governatori spagnoli.

Si accede alla chiesa da una scalinata monumentale con al centro la statua della Religione; il soprastante piazzale, famoso per lo splendido panorama, è chiuso da una balaustra neogotica. La facciata ha al centro un grande portale con ampio strombo marmoreo con motivi floreali; ai lati le statue di: Carlo II d’Angiò e Ferdinando II; nel timpano Allegoria della restaurazione del papato; sulla cornice, da sinistra a destra, S Bernardo, S. Ambrogio, S. Francesco, S. Agostino e S. Tommaso d’Aquino.

All’interno,  vi sono grandi statue in gesso dei Santi Apostoli sui pilastri, nel fondo l’abside del Redentore, il pavimento marmoreo con riquadri intarsiati e per finire il grandioso altare disegnato da Giacomo Guarinelli. inoltre ci sono diversi dipinti provenienti da Capodimonte: sulla parete d’ingresso la grande tela umiltà di S. Francesco; nel presbiterio, le tavole barocche Vergine Assunta, Sacra famiglia al riposo in Egitto; la Circoncisione e Adorazione dei Magi e sugli altari laterali due tele di scuola napoletana del XIX sec.: le tre Marie e crocifissione. Ai lati del presbiterio ci sono due ampi matronei che fungevano da palco reale e da cantoria…Salendo lungo

Il Castelllo Angioino-Aragonese

Le prime notizie sul castello si hanno nel VI secolo, nella guerra contro i Goti, ma notizie certe si hanno solo nel XII secolo, quando Federico II di Svevia venne a Gaeta durante la guerra tra guelfi e ghibellini per costruire delle fortificazioni per difendere il proprio territorio.

Nel periodo Angioino (1266-1435) la città tornò alla ribalta. Fu residenza dell’antipapa Clemente VII, l’erede al trono Ladislao dei d’Angiò-Durazzo temporaneamente in esilio vi celebrò le sue nozze e persino la futura Regina Giovanna II visse e scelse di farsi incoronare a Gaeta.

Dal 1435 al 1442 Alfonso d’Aragona fece di Gaeta la propria base per la conquista del trono di Napoli. Nel 1442 Alfonso d’Aragona sconfisse Renato, ultimo regnante degli angioini nel Sud Italia. Durante questo periodo fu eretto un nuovo castello, detto “Alfonsino” mentre vecchio fu rimodernato e unito al nuovo e vi furono aggiunte altre due cinta murarie (oggi scomparse).

La Cattedrale di Gaeta

La Cattedrale di Gaeta – attualmente dedicata a S. Erasmo, patrono della città e della Diocesi, – al momento della sua consacrazione da parte di Pasquale II (3 febbraio 1106) era dedicata all’Assunta e venne costruita nell’area di un precedente edifico di culto risalente al VII sec.: Santa Maria del Parco.

Nel suo impianto originario si presentava con forme romaniche, sette navate scandite da colonne sulle quale, nel XIII sec., vennero impiantati archi a sesto acuto alti 10 metri con volte in stile gotico. Dette colonne furono, alla fine del XVIII sec., inglobate in pesanti pilastri in muratura. L’attuale facciata fu realizzata nel 1903; l’edificio di culto subì gravi danni in seguito allo scoppio di una bomba avvenuto l’8 settembre 1943 che, tra l’altro, provocò la distruzione di una tela di Sebastiano Conca raffigurante l’Assunzione.

Al di sotto dell’altare maggiore, si apre la cripta risalente al 1600 e la cui volta fu affrescata da Giacinto Brandi, buon pittore locale. Sono qui sepolti, dal 1622, i corpi dei santi Albina, Casto, Erasmo, Euporia, Innocenzo, Marciano, Probo e Secondino; di essi, fino a 1799, erano esposte in nicchie marmoree le relative statue d’argento fuso, saccheggiate dalle truppe francesi nei giorni dell’invasione del Regno di Napoli.

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