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Egitto, famiglie cristiane minacciate dall’Isis in fuga nel Sinai.

Decine di famiglie cristiane sono fuggite dalla penisola del Sinai, in Egitto, dopo la recente ondata di attacchi lanciata dai jihadisti dello Stato islamico (Isis) contro i cristiani e costata la vita finora a sette persone. La Chiesa copta ha condannato gli attacchi”terroristici” che puntano a “dividere” il popolo egiziano.

Circa 250 cristiani hanno cercato rifugio nella chiesa evangelica della città di Ismailiya, stando a quanto riferito dal
suo diacono e amministratore Nabil Shukrallah:

 “Sono arrivati di corsa con i loro bambini. E’ una situazione molto difficile. Ci aspettiamo altre 50-60 persone”. Altri esponenti religiosi hanno
raccontato di aver accolto altri copti in fuga dalla penisola dove negli ultimi giorni sembra sia scattata una vera e propria caccia al cristiano.

 “Abbiamo paura delle nostre stesse ombre – ha detto un uomo sotto anonimato – temiamo che qualcuno ci segua e ci spari. I cristiani sono presi di mira in una maniera orribile. Alcune persone sono tanto spaventate che non osano neanche aprire la porta per andare a comprare da mangiare”.

Mercoledì scorso padre e figlio sono stati uccisi nei pressi di una scuola nella città di al-Arish, nel Nord della penisola. Ma a
spaventare la comunità è stato soprattutto il video diffuso domenica scorsa in cui l’Isis ha invitato a colpire i cristiani, mostrando poi il volto del responsabile dell’attacco di dicembre
alla chiesa di San Pietro e Paolo, adiacente alla cattedrale di San Marco al Cairo, costato la vita a 29 persone.

I Copti rappresentano circa il 10% dei 90 milioni di abitanti dell’Egitto; sono accusati da jihadisti e islamisti di aver
sostenuto il colpo di Stato del 2013 che ha messo fine alla presidenza di Mohamed Morsi

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