Economia

Investimenti al sud in aumento grazie ai fondi comunitari

 Negli ultimi anni sono state pesanti le ricadute sui territori delle politiche di riequilibrio dei
conti pubblici poiché hanno generato una “grave” contrazione sul complesso delle risorse destinate allo sviluppo tanto che si è raggiunto il “punto minimo” dal 2000 sia in livello che in rapporto al Pil. E mentre nel 2015 il Centro-Nord prosegue il “trend restrittivo degli anni precedenti”, al Sud la spesa per
investimenti è risalita grazie alle iniezioni di spesa aggiuntiva derivante dalla chiusura della programmazione comunitaria 2007-2013. E’ quanto è stato ricordato durante il convegno “L’Italia secondo i conti pubblici territoriali” organizzato dall’Agenzia di coesione territoriale.

In questo modo, ha affermato Mariella Volpe, responsabile del sistema conti pubblici territoriali dell’Agenzia per la coesione territoriale, “le risorse aggiuntive rischiano di assolvere ad una funzione sostitutiva rispetto alla politica ordinaria”.

Nel Mezzogiorno “la crescita notevole di tale fonte (che raggiunge il 67 per cento del totale della spesa in conto capitale) porta ad un incremento notevole della spesa pro capite complessiva, con conseguente crescita della quota sul totale nazionale, ma al tempo stesso riduce la politica ordinaria ad una
quota irrilevante delle risorse pubbliche complessivamente investite (meno di un terzo del totale delle risorse in conto capitale e circa la metà di quelle aggiuntive)”, è stato spiegato.

Il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Claudio de Vincenti, ha tuttavia tenuto a puntualizzare che “nella ripresa di spesa dei fondi strutturali quasi la metà sono fondi nazionali che cofinanziano fondi europei e quindi ci sono risorse nazionali significative in questa ripresa”. Inoltre, ha aggiunto, “sempre
in questa ripresa sta giocando e faremo giocare un ruolo sempre più importante al fondo sviluppo e coesione che è un fondo nazionale”.

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