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Siria, il dramma dei civili di Aleppo

Mentre gli scontri sono ripresi
mercoledì 14 novembre nella città siriana di Aleppo già duramente colpita, Amnesty International ha chiesto il dispiegamento di osservatori delle Nazioni Unite per proteggere le migliaia di civili in fuga da potenziali rappresaglie vendicative e altre violazioni dei diritti umani.

Pesanti bombardamenti sono stati riscontrati ad Aleppo Est, nonostante il cessate il fuoco concordato martedì 13 novembre, per consentire l’evacuazione di decine di migliaia di civili e migliaia di combattenti ribelli.

“È vergognoso e anche sorprendente che, nonostante il fatto che il governo siriano abbia accettato l’evacuazione ieri, civili in fuga dalle loro case siano stati ancora sotto il fuoco oggi. Temiamo che senza un adeguato monitoraggio, persone che lasciano Aleppo Est saranno a rischio di detenzione arbitraria, sparizioni forzate o esecuzione extragiudiziale” ha dichiarato Anna Neistat, direttrice della Ricerca di Amnesty International.

“Tutte le parti in conflitto devono effettuare l’evacuazione dei civili come priorità in questo momento critico e fornire accesso illimitato per l’assistenza umanitaria imparziale ad Aleppo Est in modo che gli aiuti salvavita possano raggiungere chi ne ha bisogno.”

Gruppi ribelli starebbero impedendo ai civili di lasciare i quartieri sotto assedio ad Aleppo Est e li starebbero usando come scudi umani. In un comunicato la Commissione d’inchiesta Onu sulla Siria afferma di aver ricevuto “denunce riguardo gruppi dell’opposizione, compresi il gruppo terroristico Fatah al-Sham (ex Fronte al-Nusra) e Ahrar al-Sham, che starebbero impedendo ai
civili di lasciare la zona, e riguardo casi di combattenti dell’opposizione che si starebbero mischiando con la popolazione, aumentando così il rischio di morti o feriti tra i civili”.
La Commissione riporta anche di “diverse notizie di violazioni commesse dalle forze governative” e “in particolare di esecuzioni sommarie, arresti arbitrari, persone scomparse e casi di arruolamento con la forza”. 

La Commissione riconosce che il governo di Damasco e i suoi alleati “esercitano ormai il controllo effettivo su Aleppo Est e hanno quindi la responsabilità di impedire simili violazioni, comprese
eventuali rappresaglie”. 

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